Cosa significa essere un giovane col diabete?

Significa essere un giovane come tutti gli altri, che a causa di una insufficiente secrezione di insulina da parte del suo pancreas, manifesta in assenza di una terapia sostitutiva quotidiana corretta dei disturbi come: sete eccessiva, aumento della quantità delle urine emesse nella giornata, dimagrimento e alterazioni biochimiche come: aumento della concentrazione del glucosio nel sangue, presenza nelle urine di una quantità più o meno importante di glucosio e/o di corpi chetonici.

Per ovviare a queste anomalie e per evitare ulteriori complicazioni, il giovane diabetico deve praticarsi ogni giorno alcune iniezioni di insulina, la cui dose sarà stabilita in base alle eventuali manifestazioni cliniche anormali ed ai risultati della ricerca del glucosio e dei corpi chetonici nelle urine.

Una tale terapia necessita, soprattutto quando si tratta di un bambino, della collaborazione fra la famiglia, il medico curante ed eventualmente del servizio medico-scolastico. E’ inoltre necessario che i membri del corpo insegnante siano informati sulle caratteristiche e sui possibili incidenti che possono essere determinati dalla malattia stessa o della sua terapia.

Ad ogni modo, un giovane diabetico correttamente curato:

  • Può e deve beneficiare di una scolarità normale.
  • Può e deve ricevere, se non è obeso, un’alimentazione normale sane ed equilibrata, identica a quella dei suoi compagni.
  • Può e deve praticare le stesse attività fisiche e sportive degli altri, basta che l’insegnate di educazione fisica o chi per lui sia a conoscenza della esistenza della malattia.
  • Può e deve subire le vacinazioni d’obbligo.

Gli insegnanti devono essere a conoscenza, durante la permanenza a scuola, che possono verificarsi alcune manifestazioni anormali o incidentali, dovute sia alla malattia, per una insufficiente quantità di insulina somministrata, sia più spesso ad un eccesso di insulino terapia.

Se per una ragione qualsiasi la terapia è stata insufficiente, il giovane diabetico può avere sete intensa e bisogno frequente di urinare; è necessario in questi casi che gli insegnanti non si oppongano a queste necessità. Se invece c’è stato un eccesso di insulino-terapia possono verificarsi dei malesseri ipoglicemici; differenti da un soggetto all’altro, ma assai costanti nello stesso individuo, variabili soltanto nell’intensità:

  • Semplice sensazione di fame.
  • Fame imperiosa con crampi allo stomaco.
  • Sensazione di “testa vuota”, sudorazioni profuse, pallore, mal di testa, vertigini, tremori;
  • Debolezza alle gambe, impossibilità di effettuare il minimo sforzo che interrompe il gioco durante la ricreazione e si isola all’inizio del suo malessere, seduto sul suo banco o da qualche altra parte, oppure andatura da ubriaco.
  • Disturbo del comportamento, come una indifferenza o una eccitazione insolite, collere improvvise, cattivo umore.
  • Ad un livello maggiore: tendenza all’assopimento, che può sfociare in una perdita più o meno completa della coscienza, talvolta nei movimenti convulsivi.

In pratica nelle forme più lievi, che sono le più frequenti, è necessario innanzi tutto sedere il paziente, o fargli smettere subito l’attività che sta svolgendo (ginnastica, interrogazione, compito in classe, ecc…) e somministrare immediatamente zucchero sotto qualsiasi forma (in generale zucchero in zollette bagnate in acqua, succhi di frutta zuccherati, pane con marmellata o miele): ciò è sufficiente generalmente a far scomparire la sensazione di fame o di lieve malessere.

Non è raro tuttavia d’essere obbligati a somministrare anche dolci o addirittura venti zollette di zucchero, per far scomparire i sintomi di un malessere più importante.

Se i disturbi si prolungano o se sono subito all’inizio più importanti e se è difficile far prendere  anche una minima quantità di zucchero per disturbi della coscienza, è necessario avvisare la famiglia o il medico curante perchè venga praticata per via intramuscolare o sottocutanea  al più presto possibile una iniezione di 1 mg di Glucagone, sostanza che accelera la liberazione delle riserve epatiche di glucosio.

Questa terapia ristabilisce di solito un normale livello di coscienza in circa 10 minuti; successivamente bisogna insistere con bevande e alimenti zuccherati che completeranno il pieno ristabilimento del bambino.

Eccezionalmente l’iniezione di Glucagone può rimanere senza effetto e allora provvedere ad affidare il bambino immediatamente alle cure di un medico, seguendo a questo scopo le istruzioni impartite dalla famiglia.

In conclusione: gli insegnanti a conoscenza di questi problemi permetteranno all’alunno diabetico una certa libertà nel soddisfare le proprie necessità, e questo sia durante il corso delle lezioni, o dell’educazione fisica o nella ricreazione. E’ cosa rarissima che il bambino diabetico non abbia con se lo zucchero, ma sarebbe auspicabile che egli potesse tenere in permanenza a scuola una o due dosi di Glucagone.

Tenendo presenti queste nozioni necessarie riguardanti le possibilità di incidenti ed i metodi per risolverli, il giovane diabetico può e deve condurre una vita scolare identica a quella dei suoi compagni.

Servizio specialistico diabetologico provinciale pediatrico – Poli-ambulatori – Osp. S. Chiara – Trento